Dai nostri volontari a Jareya – 2

31 marzo margherita

Mentre Anna e Ida continuano a sfornare pizze, dolci e idee e Basil ad assaggiare, vado a Kuamr Toli a visitare il Silai Centre. Tre quarti della storia di Yatra sono qui: tanti – evidentemente troppi – sentimenti contrastanti non possono che accavallarsi.

Accoglienza calda come sempre, l’ambiente è quello oggetto di centinaia di foto e di innumerevoli descrizoni e resoconti: è inutile farne altri.

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Le novità:

  • il magazzino stoffe organizzatissimo e registrato, con aggiornamenti costanti su Dropbox;
  • il magazzino prodotti finiti con varie spedizioni… in particolare con quella per Yatra in partenza
  • Ashis, il commesso del negozio;

ma soprattutto

  • Amrit, il segretario che facilmente si muove su decine di files di inventario

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  • Shakutala, manager e fashion designer, che si occupa dell’organizzazione

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Lavoriamo sul bilancio 2013 e sui pagamenti fatti da Yatra e Johar in questo anno di cambiamenti.

Il bilancio per il 2013 è stato coperto in parte con donazioni di Yatra, anche per supportare l’apertura del nuovo shop in Purulia Road.

Nel complesso sono arrivati ordini dall’Italia per circa 10.000 euro, con una flessione del 50%, le vendite locali hanno un peso più o meno equivalente, anche queste dell’ordine di 10.000 – 12.000 euro, provenienti quasi esclusivamente dalla produzione delle uniformi per le scuole di riferimento.

Il personale operante è composto da 23 lavoratrici.

Nelle varie ore trascorse a capire le cifre relative a bilancio e organizzazione Shakuntala ha approfittato per presentare le nuove produzioni disegnate da lei in questi mesi.

Amrit è riuscito a preparare elenchi  riepilogativi completi in tutti i campi: magazzino, ordini, organizzazione del personale, pagamenti, …

Resta da definire solo foglio excel per il calcolo dei prezzi.

Nel complesso mi pare che l’organizzazione, grazie a Shakuntala ed Amrit, sia decisamente migliorata e anche gli spazi siano ben organizzati.

Sono anche stati fatti dei corsi di training (addestramento).

Appare evidente che il mercato locale non sta prendendo piede, almeno per il momento, credo a causa della forbice inevitabilmente creatasi tra i nostri prezzi, alti in conseguenza dei nostri costi di produzione – basati su principi di equo compenso – e i prezzi dei prodotti analoghi venduti nei vari market locali, frutto di una produzione industriale che certo non ha tra i suoi obiettivi il benessere dei lavoratori. D’altra parte la qualità dei prodotti realizzati, o magari il modo in cui sono presentati, non è ancora adeguata per essere appetibile per la middle class indiana

Personalmente penso sarebbe oppurtuno investire di più sullo shop, per renderlo più visibile, ma con un bilancio come quello attuale non ci sono margini per investimenti.

Rispetto al mercato italiano ritengo che si possa lavorare sulle seguenti ipotesi:

  • produzione per Yatra di due rilevanti ordini annui di prodotti consolidati, promossi con campagne di pubblicità presso le botteghe
  • produzione per Johar continuamente aggiornata, per  poter offrire nuovi modelli a chi frequenta il negozio abitualmente

Credo che con questa organizzazione sarebbe più facile concentrarsi sulla distribuzione.

 

Il forno continua produrre di tutto: oggi una pizza margherita perfetta. Susanna la futura cuoca inizia ad avere padronanza assoluta degli impasti, nonostante il fiume di ricette che Anna gli riversa addosso quotidiamente. Basil says: ‘good, good’… se tutti gli avventori avessero i suoi gusti ci sarebbe una fila chilometrica fuori dal negozio.

 

1 aprile, dolci e brioches 

Tutto il giorno dedicato nel lento e faticoso riordino di prezzi e codici dei prodotti della sartoria nel relativo file. Come un lento continuo tagliare prezzemolo. 

Nel frattempo al forno si prova la produzione dei dolci, disponendo finalmente di strumenti per misurare la temperatura!!! Non ci sono più segreti, non le ferma più nessuno. Già si ipotizza pizza per 600 persone.

 

2 aprile, Sarhul

Sarhul è la festa Adivasi della semina celebrata ad inizio di primavera. È una festa tipicamente adivasi non hindu. La città è completamente bloccata per la processione, tantissimi gruppi proveniente da diversi villaggi sono in città e la percorrono per ore e ore ballando i classici balli adivasi con cui abbiamo familiarizzato da anni.

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I vari gruppi terminano il corteo in uno spazio in cui è presente l’albero sacro per gli Adivasi di religione Sarna. Intorno a questo albero si danza in segno di adorazione dipinti e ornati di un ramo bene augurante. Veniamo dipinti e ornati anche noi, con tanto di foto sui giornali.

Da oggi è permesso seminare.

La festa è bella: colori gente per strada, i vari gruppi vengono accolti da tutti con banchetti in cui si offrono acqua e dolci ai danzatori e alle danzatrici.

La maggior parte delle donne sono vestite con sari coloratissimi, mentre solo qualche uomo indossa kurta tradizionali più sfarzosi. Si nota forte la differenza.

Colpisce soprattutto come gli Adivasi siano i padroni della città, delle strade e dei villaggi intorno. Una forma di accoglienza e di partecipazione che mi pare significativa.

I vari gruppi sono molto diversi: ce ne sono con altoparlanti ad altissimo volume che ballano musica adivasi in una versione modernizzata, la danza è la stessa, ma decisamente rivista in chiave disco, con una forte accentuazione individualista; altri arrivano al suono dei soli tamburi, come da tradizione, e ballano legati l’un l’altro in file di donne e di uomini. Questo legame  e ricerca della sincronia comune ha un effetto unico sia dal punto di vista della resa spettacolare che per quanto riguarda l’aspetto culturale. Fin troppo evidente è proprio questo contrasto fra una ricerca di modernità che sfocia nell’individualismo, e che ha come fine il mostrare la propria bellezza – soprattutto da parte degli uomini – e una bellezza che scaturisce invece dall’unione cooperativa del gruppo, stretto e unito in cui convivono le diverse bellezze individuali.

Forse è banale la consequenzialità culturale dello spettacolo visto.

 

3 aprile, ananas 

Oggi, giovedì, è il giorno dei meeting a Kumar Toli, insieme a p.Paolo. 

1. Commercialista – tutto ok, i bilanci ci vengono forniti praticamente in tempo reale e in modo preciso. È molto meglio poter lavorare in questo modo.

2. Manager e segretario Silai Centre – ribadisco l’impressione positiva sull’organizzazione della sartoria, che permetterà una migliore facilità di distribuzione.
Riassumiamo inoltre i dati elaborati negli ultimi giorni e resta in sospeso la revisione del file relativo ai prezzi. Puntiamo a conseguire anche questo risultato prima del PIME.
Viene affrontata, penso per la prima volta seriamente, la questione della procedura per la richiesta di certificazione fair trade. Amrit aveva già studiato da solo il problema, a parere suo è molto laboriosa. Decidiamo ad ogni modo di provarci insieme, anche per la certificazione e la vendita in Europa. Questa certificazione permetterebbe infatti al Silai Centre di avere una canale di vendita più stabile e ampio in India, ma ancor più in Europa. Inoltre la certificazione favorirebbe un’evnetuale certificazione di Yatra e soprattutto di Johar.
In tale ottica nei mesi di settembre e ottobre Shakuntala e Amrit andranno a Delhi per le fiere del fair trade, un’apertura importante.
Shakuntala alla fine lamenta la difficoltà di reperire adeguate quantità di printed cotton in fantasie  e colori che possano piacere in Italia. Ma questa è storia nota.

3. Assemblea sarte – classica assemblea con le sarte, durante la quale ribadisco la necessità di puntare sull’autonomia, sottolineando pubblicamente i progressi raggiunti grazie ad Amrit e a Shakuntala. Ribadisco inoltre che cercheremo di garntire la distribuzione in Italia nei due diversi canali. Silenzio, mille interpretazioni. Segue la discussione con Shakuntala su orari e presenze. Speriamo…

4. Assemblea con staff insegnanti e preside Little School – Qui la questione è più complicata, in quanto oltre al problema educativo è necessario affrontare una tematica più sociale: i bambini che frequentano il doposcuola della Little School vengono sostenuti anche nel loro percorso scolastico regolare. In pratica per questi bambini Yatra sostiene quasi interamente le quote di iscrizione nelle scuole private di Ranchi (per chiarire è forse opportuno ricordare che le scuole statali non funzionano: mancano gli insegnanti, ci sono aule con anche 100 bambini, turni assurdi e via dicendo – una contraddizione che l’India emergente deve risolvere, forse la più importante) la ‘scelta’ dei bambini da sostenere è molto complicata e difficilmente è associabile a parametri “oggettivabili”.
Inoltre da anni insistiamo che i bambini debbano essere seguiti non solo per gli aspetti scolstici, ma anche per quelli sociali. La gestione di tutto questo è molto difficile e attualmente non abbiamo risorse economiche sufficienti a dedicare una persona solo a questo compito organizzativo.
Sarebbe forse più semplice, e nella routine meno costoso, organizzare direttamente una scuola per questi bambini, ma le risorse iniziali che sarebbero necessarie sono di due ordini di grandezza superiori alle nostre possibilità. In più, per quanto riguarda Yatra, questo è il progetto più oneroso e quello che richiede il maggior sforzo organizzativo nella gestione dei sostegni a distanza.
Non possiamo assolutamente dire di avere raggiunto una “buona” organizzazione, ma continuiamo a cercare, e lo facciamo anche nell’Assemblea odierna, provando, non senza difficoltà, a definire delle migliori e più oggettive linee di lavoro in favore dei bambini.
Resta il fatto che le richiese di iscrizione sono sempre altissime, 130 bambini frequentano il doposcuola e quest’anno il primo bambino entrato nella Little School si iscritto all’università: piccoli passi quotidiani.

5. Staff Computer Centre, Vocational Centre e Library – Discorso completamente diverso per quanto riguarda il Vocational Centre: in questo caso l’organizzazine è ottima, il bilancio è quasi in parità. 250 ragazzi frequentano la Library per prepararsi ai vari concorsi, più di 100 sono iscritti ai corsi di computer di base, computer avanzato e Inglese.
Tutti i bambini della Little School frequentano i corsi di iniziazione all’utilizzo del computer.
Il problema è che a breve si dovrà provvedere alla sostituzione dei circa 15 computer, dopo ben 10 anni di onorato servizio. Purtroppo l’India è Windows-dipendente e le nuove versioni dei sistemi operativi sono troppo “pesanti” per i nostri gloriosi PC del 2005.
Proponiamo di iniziare una campagna verso i produttori di PC con la richiesta di donazioni da utilizzare per l’acquisto delle nuove macchine.

In definitiva al di là dei dettagli sui singoli progetti appena riepilogati, dalla giornata odierna emerge in modo chiaro che tutti i progetti del centro multifunzionale di Kumar hanno avuto un riferimento preciso in questi anni: l’Associazione Yatra. Spesso in Italia presi da fatiche e mancanze di tempo non ci rendiamo conto del lavoro fatto e soprattutto delle speranze alimentate, ma dopo questa full immersion in Kumar Toli è chiaro che non possiamo abbandonare tutto questo.

Non so se il nome che accompagnerà i prossimi 10 anni di progetto sarà quello di Yatra né credo che questo sia importante… sono convinto però che tutte queste speranze riposte oggi in noi non possono essere deluse.

La sera è il trionfo dei dolci: Anna, Ida e Susanna si sono scatenate nel capire quale fosse il dolce più fattibile, più apprezzabile, più redditizio per il forno. Hanno provato con ananas, mele, cioccolato e altro. Basil dice: mele, o ananas, o cioccolato, tutto buono!

 

4 aprile, torcetti

Giornata dedicata al riordino della idee e alla preparazione dei report.

Al forno intanto si volteggia fra creme e torcetti e meringhe. Susanna ha iniziato ad insegnare ai ragazzi gli impasti di pane pizze e focacce e sembra autonoma.

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I torcetti vengono alla perfezione, Basil molto soddisfatto.

Domani Simdega.

 

A presto Paolo, Anna e Ida

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