Il diritto di sognare
Questo slogan coniato dalla scrittrice Mahasweta Devi è diventato caro alla nostra Associazione, perché sintetizza gli obiettivi dell’impegno di Yatra per i diritti umani, quali il diritto alla salute, all’istruzione, al lavoro, alla crescita personale, e per il riconoscimento dell’uguaglianza nel genere, nella razza e nella cultura.
Yatra, cammino in hindi, si propone la ricerca di percorsi comuni fra uomini e donne, in Italia e all’estero, fra persone provenienti da esperienze diverse ma disposte a cooperare alla realizzazione di progetti di sviluppo in campo economico, sociale e culturale.
Questo cammino vuole essere una delle caratteristiche identitarie dell’Associazione. Nata come supporto ai progetti attivati dai Padri della Dottrina Cristiana a Ranchi, Yatra è adesso in grado non solo di sostenere ma anche di gestire progetti ivi avviati precedentemente dai Padri e da altri enti. La sua identità si è costruita a fatica, ma ha gradualmente permesso di consolidare i vari progetti avviati e di programmarne di nuovi.
Il lavoro svolto fino ad oggi è testimone di questo cammino. Si è camminato insieme, commettendo mille errori, ma con un obiettivo sempre chiaro: il riconoscimento dei ‘diritti’ di coloro a cui non sono stati ancora riconosciuti del tutto.
Il cammino ha portato anche a mettere in discussione alcuni convincimenti iniziali. Per esempio nell’art. 3 al punto 1 dello Statuto di fondazione dell’Associazione scrivevamo, “…realizzare progetti umanitari, economici, sociali e culturali internazionali di sviluppo locale a favore delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo”; ma una maggiore conoscenza del contesto in cui si è attuato questo impegno ha reso evidente come non si possa parlare dell’India come di un ‘paese in via di sviluppo’ ma di un paese con un percorso di sviluppo non del tutto corretto, giacché non tiene conto dell’uomo e dei suoi reali bisogni.
In quest’ottica abbiamo imparato a superare molte diversità fra noi, occidente, e loro, sud del mondo: il destino comune infatti è, con sfaccettature diverse, lo stesso. Operiamo ogni giorno infatti in una realtà in cui le problematiche legate ad uno sviluppo economico troppo veloce ed imposto dall’esterno portano ad una perdita di riferimenti in tutti i campi con effetti più disastrosi della povertà iniziale stessa: i problemi dell’alcolismo e dell’emarginazione giovanile, la perdita di identità e di riferimenti culturali, l’assorbimento acritico di modelli estranei sono i più visibili e quotidiani effetti nell’India a doppia velocità.
Il nostro è un piccolo intervento in un oceano di contraddizioni in cui probabilmente siamo incapaci ad invertire scenari globali; siamo però parte di un processo che è in netta contrapposizione con quelle forze che da vent’anni premono per avviare l’India verso un livello di crescita economica e finanziaria il più possibile competitivo con l’occidente, trascurando i reali bisogni delle persone, soprattutto di quelle più deboli.
Caratteristica di Yatra è il continuo coinvolgimento di persone attive intorno ad un piccolo nucleo storico, con un frequente avvicendamento, ma anche con un convinto contributo a singoli progetti e iniziative.
Nel tempo, abbiamo chiuso e aperto sedi in varie città, cercando di costituire strutture dinamiche sui progetti piuttosto che gruppi affiliati solo nominativamente. Abbiamo accompagnato altre associazioni e singole persone in iniziative finalizzate alla sensibilizzazione sul Jharkhand e sull’India ma siamo stati anche aperti a problematiche diverse, partecipando ad iniziative il cui obiettivo fosse il miglioramento delle condizioni di vita delle persone per renderle protagoniste del proprio futuro.
In questo ambito è stata significativa la volontà dell’Associazione di avviarne l’inserimento nel circuito del commercio equo-solidale (Questo percorso mostra come l’intreccio fra India e Italia porti a nuove strade e nuovi stili di vita). A tale scopo, avendo ottenuto l’autorizzazione a distribuire in Italia i prodotti del César Silai Centre, è stato attivato un sito di e-commerce dei prodotti tessili.
Il soggiorno in India di molti volontari Yatra ha permesso la conoscenza diretta del contesto in cui Yatra attualmente opera. L’Associazione ritiene infatti che la condivisione di tempi e luoghi sia il metodo privilegiato per attuare gli intenti di cooperazione prefissati. Solo il contatto e il dialogo diretto possono permettere la conoscenza della realtà e un intervento specifico in essa.
Per questo motivo, in questi quattro anni, sono stati organizzati più di venti viaggi di volontari che hanno determinato ogni volta nuove possibilità di incontro e di relazione e conseguenti nuovi progetti.
Yatra, consapevole che non abbia senso operare senza conoscere tutte le implicazioni sociali e culturali dei propri interventi, considera il processo di conoscenza di tali realtà e di formazione dei soci volontari come fondante del proprio lavoro. La difficoltà di scardinare mentalità spesso assistenzialistiche dando più profondità e sostegno all’azione intrapresa è stata causa di un certo insuccesso in quanto a partecipazione numerica alle molte iniziative attivate, quali conferenze, corsi di formazione, biblioteche e cineteche.
Ma riteniamo che non si possa rinunciare a porre l’accento su un punto così importante; anzi noi siamo convinti che in futuro l’impegno culturale debba essere ancora più accentuato.
Per adesso non è ancora stato raggiunto l’obiettivo di fondare un gruppo indiano di coordinamento e cooperazione, un gruppo speculare a quello italiano, in grado di condividere, collaborando, i nostri percorsi di ricerca. I tentativi avviati sono per il momento naufragati nelle difficoltà quotidiane incontrate dai progetti, ma anche questo obiettivo, come quello della fondazione di una cooperativa autonoma delle donne della sartoria, resta prioritario per il nostro impegno.
Nel seguito si potranno leggere i dettagli dei singoli progetti e degli obiettivi futuri in Italia come in India: dalla costruzione di nuove aule alla realizzazione di gemellaggi con le scuole italiane, dall’avvio del progetto di un dispensario nei villaggi all’aggregazione giovanile attraverso il progetto sportivo, e altri ancora.
Tali tentativi sono, a nostro parere, necessari per restituire a tutti il ‘diritto a sognare’.
Giugno 2009, in cammino.
Il Presidente
Le origini
Carissimi, nel 1999 la Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana chiese a me, giovane sacerdote, di recarmi a Ranchi, capitale dello stato del Jharkhand, per avviare stabilmente la nostra prima comunità religiosa in India.
I Padri Dottrinari già da diversi anni erano stati invitati dal Mons. T. P. Toppo, Arcivescovo di Ranchi, a prestare il loro servizio come religiosi e catechisti. Primi impegni sono stati quelli di dare valore giuridico alla nostra presenza, di individuare i locali adatti per la prima comunità, di avviare l’accoglienza e la formazione di seminaristi, di metterci al servizio della popolazione locale. Il quartiere nel quale abbiamo stabilito la nostra comunità si è presentato subito con tutte le sue povertà, che per noi sono state quasi un grido di soccorso. E così iniziammo ad attivarci per piccoli servizi di aiuto, sbagliando spesso approccio, ma anche qualche volta individuando le modalità appropriate. Risale infatti già al 2000, se non ricordo male, l’inizio di quella che presto diventerà la Little School, un’iniziativa educativa volta al recupero scolare e quindi all’accompagnamento di alcuni bimbi più sfortunati. Con il 2003, e l’acquisizione di nuovi locali da dedicare esclusivamente alle attività sociali, ebbe inizio una nuova fase della nostra presenza a Ranchi. I nuovi locali ci consentirono infatti di progettare servizi più strutturati e mirati, quali un Centro Computer, una Sala Studio, una Sartoria.
È quindi dal 2003 che, nei miei brevi passaggi in Italia, mi sono fatto portavoce di una proposta, quella di raccogliere un gruppo di collaboratori stabili per poter moltiplicare le energie, condividere le fatiche, per capire insieme quella realtà, per studiare insieme i progetti. Questa mia richiesta ha incontrato il favore di diversi amici, senza che alcuno riuscisse ad attivare qualcosa di stabile, finché, divenendo l’invito sempre più pressante, nell’estate 2004, un gruppo di loro si è impegnato ad avviare l’Associazione che, nel settembre 2005, col nome di Yatra, è stata registrata come Onlus.
Il resto è storia recente, con l’importante collaborazione ed impegno di Yatra su diversi fronti: quello dell’informazione e della sensibilizzazione verso la popolazione indiana, le sue diverse religioni e culture tra cui quella Adivasi, quello del sostegno allo sviluppo della Little School, del Centro Computer e della Sartoria César Silai Centre, dell’avvio dei tre Piccoli Dispensari ora attivi tra Ranchi e Jareya (villaggio della periferia di Ranchi), dei nuovi progetti di sviluppo sociale, quale la recente Scuola Sportiva.
Oggi, rientrato ormai da un paio d’anni in Italia, non posso che ammirare quest’opera che vede estendersi sempre più il coinvolgimento attivo di donne e uomini di buona volontà che condividono un tratto di strada, cercando di sostenere fratelli e sorelle più sfortunati. All’Associazione Yatra Onlus dunque va il mio grazie di cuore, unitamente all’augurio di un lungo e fruttuoso cammino.
p. Paolo De Leo d.c.